Pubblicato il : 27/09/2025
Viviamo in un tempo in cui le persone cercano sempre più autenticità, direzione e significato. In questo contesto, il Coaching si rivela uno strumento potente: non come semplice tecnica di sviluppo personale, ma come processo di scoperta dell’unicità di ciascun individuo.
È in questa ottica che risuona profondamente la metafora della ghianda di James Hillman: l’idea che ognuno di noi nasce con un potenziale unico, un “daimon” che ci guida, una vocazione da realizzare.
James Hillman, psicoanalista junghiano e autore de Il codice dell’anima, propone una visione radicale: non siamo una tabula rasa, ma portiamo con noi, fin dalla nascita, una forma, un progetto, una chiamata. Come una ghianda che contiene già in sé la quercia che diventerà, ognuno di noi nasce con un’essenza unica, e la felicità nasce dal realizzare quella chiamata.
Il Coaching, in questo senso, non plasma la persona, ma la aiuta a riscoprirsi, a eliminare i condizionamenti esterni, a riconoscere la propria voce interiore.
Un Coach non dà risposte, ma fa domande. Non dice chi devi essere, ma ti accompagna nel diventare ciò che sei. Il suo compito non è costruire una persona nuova, ma aiutarti a riconoscere la quercia nella tua ghianda.
Hillman ci ricorda che la vita non è un curriculum da costruire, ma una vocazione da ascoltare. Il Coaching, nella sua essenza più profonda, non è una tecnica di miglioramento, ma un atto sacro di accompagnamento verso l’autenticità.
In un mondo che ci vuole spesso omologati, il Coaching ci riporta al cuore: ci aiuta a ricordare che ognuno ha una forma unica, un senso profondo, una direzione da seguire.
E tu, hai già trovato la tua? :)